Da quando ho incominciato a fotografare ho avuto voglia di controllare i processi che mi portavano al risultato finale della stampa. La completezza del sapere porta solo benefici.
“Senza alcun dubbio, il miglior metodo è quello di procedere ad un trattamento casalingo.” scrive Walter Torquati nella sua leggendaria guida, restituendo valore alla libertà artistica dei dilettanti, specie rispetto la produzione massificata dei laboratori fotografici (1972).
Il Cod.Lab è la metafora di questo, tra un laboratorio professionale e il gabinetto di casa trasformato in camera oscura. Per la diffusione del sapere e della pratica.
Il caso mi ha condotto prima a Torino, e poi a realizzare questo spazio.
La prima C.O. l’ho realizzata nel 2014 nel quartiere Campidoglio a Torino nella ciclo-officina letteraria di Stefano Bruccoleri, una simbiosi tra due artigiani, tra luce e oscurità, un porto di mare nel quale frequenti erano i rapporti con le persone che chiedevano assistenza per la loro bici e che si entusiasmavano nel trovare una CO all’interno.
Poi il trasloco nel 2015 ai Docks Dora, in uno spazio più grande dove poter stampare con più ingranditori e anche ricevere persone, studiare fotografia, analizzare pellicole, realizzare progetti e eventi legati alla fotografia in particolare analogica.
Lo spazio del Cod.Lab si riempe continuamente, di immagini di stampe e installazioni, fino a che alcune vengono ospitate in modo permanente. Alcune tra quelle presenti sono:
Il sogno dei cassetti – Il giorno del ghepardo – pollux I, II, III –Ramon – Angelito trae film